Le Capanne

Racconti di una volta

14 Gennaio 2015

Sono i racconti di una volta, quelli che ascolti incantato uscire dalle labbra di una zia che torna alle origini. Lei piccina, che viveva la sua vita di bambina libera, in questa campagna dove poi è sorto il nostro agriturismo.

Inauguriamo questa sezione di “racconti di una volta” con queste memorie di Zia Amelia a proposito di “cambiare la capra”.

capra

“Era il lavoro dei più piccoli, voleva dire semplicemente: cambia di posto alla capra, spostala da dove è perché ha già mangiato tutta l’erba intorno. Portala un po’ più in là così può brucare erba fresca.

La nostra capra veniva legata con una lunga corda per evitare che scappasse e che si trovasse nel pericolo, su un argine col rischio di una brutta caduta, così per due tre volte al giorno veniva “traslocata”, “cambiata” appunto.

La nostra capra a me stava simpatica perché veniva a mangiare il granturco dalle mie mani e mi faceva il solletico. C’era intesa fra noi due, tant’è vero che se per caso scappava, ero io che andavo a cercarla e a riportarla a casa. Dicevano che fosse dispettosa e testarda e forse lo era davvero.

Era capace di distruggere tutto l’orto in men che non si dica. Una volta, dopo l’insalata, curiosa com’era, assaggiò i peperoncini piccanti e per mezz’ora strusciò la bocca sull’erba per trovare un po’ di sollievo. E come belava!

Ci dava un ottimo latte che mia madre mungeva mentre io con la candela in mano cercavo di illuminare lo stanzino dove la tenevamo.

Il momento più bello era la nascita dei capretti. Non c’è niente di più divertente che vedere dei piccoli capretti saltare, correre, giocare tra loro. Sono davanti a te e dopo un istante saltellano su un olivo, poi velocissimi si rincorrono e, anche se di poche settimane, hanno già l’istinto di “cozzarsi” con le loro testoline.

Una volta un capretto rimase orfano, aveva una macchia nera sul muso, lo chiamai Toppino Nero e, per molto tempo, fu il mio compagno i giochi, mi seguiva dappertutto, mi cercava, mi faceva ridere.

E forse sarà proprio per il fatto che nella mia infanzia sono stata accanto a questi animali che ancora oggi mi viene detto che sono testarda come una capra…”